Qualche volta mi perdi. Dici che non sai dove sono, mi cerchi in una parola, in uno sguardo sospeso, nelle figure che disegnano le ombre delle mie mani. Areni sull’esitazione di un’ipotesi. Eppure, io ci sono, non mi nascondo. Sono soltanto nella mia pancia. È lì che puoi trovarmi quando, come nereide, gioco con le onde dei sensi e dei pensieri faccio collane di corallo e perle.
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