17 settembre 2017

Su quali progetti ho lavorato o sto lavorando

Ciao a tutti,
mi sono resa conto di non aver più aggiornato sui miei progetti realizzati e futuri.
Rimedio subito!
In realtà, ho sempre visto questo blog come un luogo in cui "dire senza dire", la maggior parte dei post è così; questo perché originariamente questo era il mio luogo segreto, non era neppure indicizzato su Google, volevo rimanesse un posto mio e che se qualcuno lo avesse raggiunto sarebbe stato per un caso fortuito. Chi mi segue dall'inizio, parliamo ormai di quasi 10 anni fa (Oddio, già dieci anni!), sa che per tanto tempo mi sono chiamata Naimablu e che mi sono firmata con il mio vero nome quando ho avuto il coraggio di condividere tutto quello che viaggiava nei miei pensieri.
Ora, potrei mettermi a raccontare questi dieci anni in cui è successo di tutto fuori, ma soprattutto dentro di me, ma oggi mi sento buona e vi risparmio tutta questa storia, venendo subito al punto.
Dopo la pubblicazione de L'amore è miope, Pub Gold Edizioni, ho messo in pausa la scrittura e mi sono dedicata molto di più al disegno e, proprio in questo campo, è nata una bella collaborazione con un timbrificio che produce dei timbri "ex libris" per lettori di nicchia.


Immagine di Passione ex libris - timbri per lettori


Sono dei timbri personalizzati con un mio disegno e il proprio nome per personalizzare ancora di più la propria piccola grande biblioteca. Quando Elisa di Passione ex libris - timbri per lettori mi ha proposto questa collaborazione ne sono stata felicissima: l'idea che qualcuno volesse personalizzare le sue letture con il suo nome, unito a uno dei miei disegni, mi entusiasmava.
Se volete curiosare li trovate qui:

TIMBRO 1

TIMBRO 2

TIMBRO 3

TIMBRO 4

Oltre ad aver disegnato questi bellissimi timbri, è da luglio che mi sto dedicando al

CALENDARIO 2018



Immagine direttamente dal mio computer, con anticipazione copertina calendario


L'anno scorso avevo realizzato un calendario con tutte le illustrazioni de Il piccolo quaderno delle grandi idee ed è stato davvero bello trascorrere l'anno in compagnia dei miei personaggi, così, quest'anno ho deciso di realizzarne uno che fosse ancora più mio e di permettere, a chi lo desidererà, di acquistarlo sul mio spazio Etsy che presto attiverò.
Sono in attesa delle prime copie, sperando che sia venuto come desidero.
Ho scelto un tema che a me sta particolarmente a cuore: le storie; la stessa copertina si apre con una domanda inserita nel disegno: "La tua storia qual è?" ed esorta così: "2018, vivi la tua  storia".
Per il momento, saranno disponibili dei calendari nella versione da tavolo che è quella per cui ho ricevuto più richieste. Insomma, se siete curiosi, continuate a seguirmi, soprattutto su Facebook, ma ancor di più su Instagram che è il social che sto adorando da qualche mese a questa parte.
A tal proposito, se usate questi social e vi fa piacere, seguitemi!
Ecco i link alle mie pagine:

- Facebook: Sghemberie di Valentina Luberto

- Instagram:  @valentinaluberto

Sempre rispetto ai miei disegni, visto che mi entusiasmo molto quando li vedo stampati su qualcosa, sto pensando a dei modi per renderli disponibili in qualche forma.
Pensavo, inizialmente, oltre al calendario, di stampare dei set di segnalibri o delle cartoline e renderli disponibili per l'acquisto sul mio spazio Etsy. Rispetto a ciò, dovrei dedicarmi anche alle pagine social che ho creato per differenziare questo spazio che ho chiamato Valulab (con cui ho firmato anche il calendario, oltre alla mia classica firma VL).


logo Valulab realizzato da Valentina Luberto

Se volete, potete già aderire a queste pagine su Facebook e Instagram, in entrambi i luoghi mi trovate come @valulab.

E la scrittura?
Qualcuno, soprattutto chi mi segue perché si è affezionato alle mia storie, se lo starà chiedendo.
La scrittura è in pausa, in attesa che possa rendere ancora più bello ciò che ho già scritto, e che deve essere revisionato, o che mi venga qualche irresistibile idea che non possa fare a meno di scrivere.
Ho iniziato a scrivere, ormai quasi otto anni fa, d'istinto e senza aver mai pensato di volerlo fare e ho continuato, impegnandomi sempre di più e mettendomi in discussione, perché mi sorprendeva, ogni volta, il fatto di riuscire sempre a meravigliarmi. Ecco, se scrivo e non mi meraviglio, allora, credo che non sia il caso di proporre niente ai miei nuovi, ma soprattutto, vecchi lettori.
È un periodo in cui riesco a dire molto di più con poche o, addirittura, senza parole e, fin quando non passerà, non credo proporrò qualcosa di nuovo.
Di sicuro so che si tratta solo di una pausa e che le parole, spero presto, ritorneranno a bussare alla mia penna chiedendo di raccontare di qualche altro personaggio.
Intanto, devo continuare a dedicarmi anche a ciò che ho già pubblicato; il pubblico che hanno L'amore è miope e Sghembestorie è prezioso, ma so che potrebbe essere molto più grande, se solo questi libri potessero essere maggiormente diffusi; ecco, cercherò di impegnarmi a diffonderli.

Mi fermo qui, credo di avervi raccontato tutto quello che c'è da raccontare in questo periodo, spero vi abbia fatto piacere sapere e vi ringrazio ancora per il supporto e l'affetto che sempre mi date. Da parte mia, posso promettervi che continuerò a fare tutto ciò che faccio con passione, cura e amore, sperando possa raggiungervi con la stessa luce che invade me, tutte le volte che mi viene una nuova idea.

A presto,

Valentina

16 settembre 2017

Che vada a farsi friggere il Bianconiglio di Alice, con quel suo orologio sgangherato e il tempo che non c'è!



disegno di Valentina Luberto



Oggi ho incontrato un abbraccio, una poesia e un amico. Ho ritrovato qualcosa che avevo perso, anche. In un momento, sono balzata in un posto in cui non ero mai stata, ma dove qualcosa continuava a dirmi: Tornerai. Sono entrata come si entra in quei luoghi che devono essere magici e da cui devi uscire come se qualcosa di meraviglioso ti fosse entrato dentro e non se ne volesse più andare. In un posto così ti muovi lentamente, lasci che gli occhi scelgano qualcosa da portare via con loro, come se avessero tutto il tempo di questo mondo.
Che vada a farsi friggere il Bianconiglio di Alice, con quel suo orologio sgangherato e il tempo che non c'è!, dici, non tanto ad alta voce perché potresti spaventare qualcuno o qualcosa che si nasconderebbe e tu non vedresti mai.
Quante cose nasconde la paura?
Quante volte si corre dietro al Bianconiglio per non fermarsi, aspettare e stare a vedere?
Quante inutili domande mi sto facendo quando, invece, dovrei solo chiudere gli occhi e ricordare tutto quello che da quel posto ho portato via con me?
A passi lenti, in una penombra in cui sicuramente stavano danzando le ombre cinesi, ho iniziato a danzare anche io e credo di essermi innamorata. Sì, sì, la sensazione era quella: il cuore che batte, lo stomaco vuoto, gli occhi felici, il tempo che si ferma e quell'espressione da stoccafisso che, in quella situazione, è così buffa da sembrare romantica.
Sono andata via, senza andarmene per davvero.
Ho incontrato un abbraccio che aveva gli stessi colori dell'autunno, più una punta di blu e una poesia che sapeva raccontarlo. Distrattamente sono inciampata in un pezzo di me, mentre ascoltavo una canzone nuova che, nonostante ciò, sapeva del mio cuore quello che non vuole ascoltare.
Qualche volta vorrei credere al Bianconiglio, a tal proposito, spero nessuno lo abbia fritto, in modo che possa accadere che lo incontri. Dicevo, vorrei credere che bisogna correre, così non avrei il tempo che serve per attraversare tutto quello che c'è da attraversare e, inevitabilmente, portare via qualcosa con me.
Tutte le volte che porti qualcosa con te torna quella voce sottile che dice: Tornerai - anche se non ci sarà qualcuno o qualcosa ad aspettarti - tornerai.


[volevo scrivere qualcosa che raccontasse il mio disegno, forse l'ho raccontato, anche se non sembra, forse quel disegno è uno di quei luoghi che devono essere magici, in cui ti muovi lentamente per permettere agli occhi di portare via qualcosa per cui tornare]

5 settembre 2017

Oggi, no.

Disegno di Valentina Luberto
Tanto tempo fa facevo una cosa: quando ero triste mi scrivevo una favoletta e mi sentivo subito meglio; ne ho scritte tante, le ho perse tutte perché ho sempre avuto la convinzione che il meglio sarebbe sempre venuto dopo. Dopo cosa? Dopo e basta. In quel periodo scrivevo solo per me e scrivevo come se fossi stata in uno spazio pieno di colori da usare e di muri da poter imbrattare. Nonostante fossi triste - per questo mi scrivevo le favolette - alla fine, un sorriso si disegnava sulle labbra; era piccolissimo, non riempiva neanche un taschino, però era lì e per me era il più bello del mondo. Nelle mie favole c’erano, e spesso ci sono ancora, due buffi personaggi speciali che, a causa della loro originalità, fanno fatica a trovare qualcuno con cui sentirsi così a casa da gironzolare scalzi, infischiandosene dei piedi che si sporcano. Insomma, spesso i miei personaggi hanno qualcosa da voler condividere, qualcosa che per loro è prezioso, che non tutti potrebbero capire e tengono segretamente stretta nel cuore la speranza che, un giorno o l’altro, incontrino qualcuno che, con una sola occhiata, capisca tutto quello che c’è da capire e sussurri: “Adesso ci sono io con te”.
Un giorno, ho continuato a scrivere solo per me, ma permettendo agli altri di leggere. Forse, mi sentivo come uno dei miei personaggi originali che si guardano intorno, poi aprono il palmo delle mani, come se questo custodisse il più grande dei segreti, e, in quell’istante, sperano che qualcuno abbia visto tutto con un colpo d’occhio veloce e che, quel qualcuno, si avvicini sussurrando: “Adesso ci sono io con te”. Nella vita reale è successo poche volte, nelle mie favole succede sempre.
Una volta, ho scritto una storia in cui i protagonisti si incontravano e aprivano entrambi i palmi delle mani per scambiarsi i loro segreti in quell’istante in cui solo un occhio velocissimo riesce a vedere ciò che c’è da vedere. I due personaggi non rimanevano insieme. Sulle prime, questa mi era sembrata la scelta migliore, poi, nel tempo, ho pensato e ripensato a quella storia e proprio non ci stavo all’idea che quei due personaggi si fossero lasciati così, certo, con un sorriso, ma io non posso farci niente: gli addii mi fanno arrabbiare, anche quando è giusto che ci siano. Dicevo, pensando e ripensando, ho iniziato a scrivere il seguito di quella favola: i due personaggi erano peggio di me, proprio non volevano dirsi addio. Non l’ho mai finita, forse perché nessun finale mi sembrava il loro finale, così, tra me e me, ho pensato: “Un giorno lo troverò e questa favola sarà completa”. Non l’ho ancora trovato, spesso rileggo quelle poche righe scritte e cerco di continuare. Una parola, due, tre, qualche volta, quattro e cinque e poi: stop. Torno indietro, cancello tutto e penso: “Un giorno troverò il finale, oggi no”.
Oggi è stato uno di quei giorni in cui avrei voluto scrivermi una favoletta, una di quelle con qualcuno che si avvicina e ti dice: “Adesso ci sono io con te”, tu lo guardi come si guarda un sogno a cui non sai se credere, così bello che terresti gli occhi chiusi per il resto della tua vita.
Ho ripensato a quella favola che non riesco a finire e ho detto a bassissima voce: “Un altro giorno, so che mi verrà in mente all'improvviso ed io mi chiederò come mai non ci abbia mai pensato. Oggi, però, davvero no”.



[le favole sono fatte per scappare, sono funi invisibili pronte ad ancorarsi a grate fumose]