25 settembre 2014

Risvegli



Il vento smembra le nuvole fino a farne tanti piccoli ciuffi bianchi e confusi. Una tempesta di neve come non ce ne sono mai state, come non se ne sono mai viste. I denti battono che così forte non li ha mai sentiti nessuno. E questa tempesta non chiede ragione, non lascia respiro; mentre le nuvole cadono un pezzo alla volta. Una volta, questo cielo era azzurro e chiaro, come tutti quei cieli in cui il sole fa luce sulle ombre più scure. Qualche volta il vento sfiorava le nuvole che erano petali di ciliegi in fiore. Quelle volte il cielo danzava. Questa volta, no. I fiocchi di nuvole battono contro i rami arresi, le porte chiuse, i pavimenti ghiacciati. E si fermano, svaniscono. I rami si fanno polvere bianca e sottile, le porte scompaiono e i pavimenti si sciolgono. Non c’è più niente, solo una distesa di bianco e un flebile graffio di luce.  Solo una piccola e silenziosa crepa dorata, così piccola che nessuno lo direbbe mai che è lì proprio per scuotere tutto. Nessuno direbbe niente, in tutto questo bianco che sta per svegliarsi.


16 settembre 2014

No, le pecore voglio lasciarle in pace!




I motivi per cui non dormire possono essere tanti, quello che piace o non piace, ma nonostante tutto piacerebbe, [quasi] a tutti è non dormire perché qualcuno ha deciso di sedersi sul pianerottolo dei pensieri e fermarsi. Piacerebbe anche a me, ma, mi spiace, non sono questi i motivi per cui non riesco a dormire. Sul mio pianerottolo non c’è nemmeno un fazzolettino di spazio, neppure uno di quelli ripiegati a forma di triangolo che quando ero piccola mi facevano impazzire perché non rispettavano mai il teorema di Pitagora. A Pitagora e i suoi amici credo di aver detto “ciao” per sempre. Non lo so ancora se questa cosa mi dispiace, ma è necessaria. Aristotele sarebbe sicuramente felice di cotanta necessità, lo conforterebbe per tutte le volte che non riesce a venirne a capo. È che certe volte le cose te le trovi tra capo e piedi e non puoi dargli un calcio né tentare un goal di testa ché tanto sai che becchi il palo o la traversa. Meglio restare in difesa, meglio chiudere la porta, ché con tutto il chiasso che c’è, trovi una scusa per stare sveglio. Così adesso ho un pianerottolo affollato e chiassoso, ho le tasche piene di trucchi magici che hanno velato e svelato tutte le possibili apparizioni e sparizioni, ho tanti motivi per non dormire e altrettante ragioni per cui dovrei farlo. Arriva un momento in cui la porta non riesci ad aprirla quasi più, al massimo guardi dallo spioncino il tuo pianerottolo e il più delle volte ti volti indietro e ti allontani per non guardare più. Guardo dopo, ti ho detto che guardo dopo. Intanto, chiudi gli occhi e tutti credono che stai dormendo, così abbassano la voce e tutto sembra più lontano. E un motivo per dormire lo hai trovato, sgombrare quel pianerottolo almeno il tempo in cui puoi far finta di avere tutto lo spazio che ti serve per far sedere qualcuno da aspettare, per avere uno di quei motivi che piacciono a tutti e che a te non bastano mai.


11 settembre 2014

Sghemberie Shop, l'ultima trovata (spero la prossima volta si nasconda meglio!)

Cari lettori delle mie Sghemberie e passanti d’occasione, oggi per me è una giornata speciale. Qualche anno fa, quando ho fatto ricorso a un bel po’ di coraggio e ho iniziato a scrivere, non potevo nemmeno immaginare che mi sarei ritrovata qui, a distanza di qualche anno, a presentarvi delle creazioni realizzate da me. E dire che di immaginazione ne ho davvero tanta, chi mi conosce lo sa, anzi, non sa mai cosa aspettarsi perché me ne invento sempre una e, qualche volta, non vi nascondo di aver pensato che sarebbe meglio che ne inventassi qualcuna di meno.
Poche chiacchiere e veniamo al punto!
Siccome le parole da sole erano un po’ malinconiche ho pensato di iniziare a scarabocchiare. Così, è nato Il Coso che i più affezionati di voi conosceranno e mi ha conquistata a tal punto da pensare di portarlo con me, qualche volta. Come? Nel modo più semplice, stampandolo sulla maglietta. Il Coso è stato solo l’inizio perché poi è nato Spaurino, il coraggioso fantasmino che per adesso popola soltanto t-shirt e accessori, ma al quale credo che, prima o poi, dedicherò una storia. Potevo fermarmi a Spaurino? Certo che no! Aspettatevi tante belle e sorridenti sorprese!
Cosa posso dire?
No, la notte anche se ho gli occhi chiusi, non dormo mai sul serio. Consapevole di ciò, e con tutta l’intenzione di evitare qualsiasi tipo di sonnifero, vi presento con gioia e un pizzico d’emozione:


che trovate cliccando QUI

Spero che questo possa essere un ulteriore modo per tenervi compagnia e che non vi stanchiate mai di seguirmi in tutti questi piccoli e simpatici tentativi per colorare la vita di tutti i giorni. 


NB: Se avete suggerimenti, vorreste trovare qualcosa che non è ancora presente o qualcosa di personalizzato, contattatemi scrivendo a sghemberie@gmail.com.
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Vivaci saluti a tutti,