29 agosto 2008

non appuntamenti e origami d'oleandro

Immagine dal web




Ho annotato il nostro non appuntamento, è un origami nella mia agenda di carta velina azzurra. Sì, un origami, ma non chiedermi cosa sia, non saprei dirtelo e credo che questo sia il modo migliore per ricordarmi di te e del nostro non appuntamento. Marzo mi ha sussurrato il tuo arrivo tra le rose e i giardini di Renoir e presto mi vestirò dei tuoi colori, dei tuoi sogni spigolosi e della tua giocosa ironia. Stamattina ho riaperto l’agenda e l’origami stava per volare via, poi si è fermato, come se mi volesse ricordare il nostro non appuntamento. L’ho preso tra le mani, l’ho guardato in modo serio e ho detto:”Certo che mi ricordo, come potrei dimenticarmi di te. Ci sarò, stai tranquillo!”. Ero così seria mentre lo dicevo che non ho potuto fare a meno di ridere!



17 agosto 2008

di vento e baci di farfalla



Sai c’era il vento quel giorno ed io non me ne accorgevo, tutt’intorno profumo di magnolie. E tutto era bianco, come la nostra attesa, come quelle mani che già c’erano e noi non lo sapevamo. Come per il vento, c’era, ma non lo sentivo. Fiori di mandorlo e ciliegio, neve di petali e baci di farfalla, le tue ciglia che si schiudevano sul mio viso come piccole carezze. Piccoli passi, appena accennati, uno sfiorar sottile sul manto di neve bianca profumata di fiori. Può nevicare anche ad agosto sai? Si può ballare anche stando sdraiati sull’erba al chiaro di luna con gli occhi chiusi. Ti assicuro che si può, come quando ci siamo ritrovati quella notte, senza un appuntamento, senza una direzione, nel nostro posto, quello che avevamo costruito insieme. Oggi ci sono ritornata, avevo voglia di dipingere, mi sentivo ispirata, ho dipinto una macchia blu, una linea verde che sembra la coda di un drago, onde azzurre e una luna rossa come un bello spicchio d’arancia sanguinella e quasi m’è venuta voglia di assaggiarla. No, non tenermi il broncio, c’eri anche tu, ti assicuro che c’eri ed eri proprio nel rosso di quella luna profumata d’arancia. C’era di nuovo il vento, stavolta me ne sono accorta,ho chiuso gli occhi, ho assaggiato la luna e ho sentito di nuovo i tuoi baci di farfalla. Eravamo insieme. C’eri, c’eri davvero, come quella notte. Di più.

4 agosto 2008

Fammi ballare (per Elisa)

Satiro danzante - Galleria Borghese


Fammi ballare, prendimi e fammi ballare, non importa se non conosci i passi, fammi ballare, voglio soltanto ballare. La musica non c’è, la pista è questo piccolo prato di città, le luci sono i riflessi stanchi delle insegne al neon di negozi addormentati. La musica non c’è, la musica c’è. Non la senti? Non senti come cantano i nostri occhi? Non senti la musica delle nostre mani che si stringono? Ho voglia di ballare, ho voglia di cantare. Sono le 4 di una mattina incerta, sono le 4 in una città deserta, sono le 4 e siamo ancora qui e stiamo ballando e ci stiamo stringendo e questa piccola pennellata di verde brillante illuminata di ghiaccio è come una terrazza sul mare. Non ci sono nemmeno le stelle, ma noi le vediamo lo stesso, di sicuro non c’è il mare, forse non ci siamo neanche noi, forse no, però, fammi ballare, prendimi e fammi ballare lo stesso. Stringimi e non farmi respirare, i passi li conosci, e adesso c’è anche il mare.

Per Elisa, ricordando quel bellissimo pomeriggio in Galleria custodito nella danza di quella statua di vento.