4 agosto 2008

Fammi ballare (per Elisa)

Satiro danzante - Galleria Borghese


Fammi ballare, prendimi e fammi ballare, non importa se non conosci i passi, fammi ballare, voglio soltanto ballare. La musica non c’è, la pista è questo piccolo prato di città, le luci sono i riflessi stanchi delle insegne al neon di negozi addormentati. La musica non c’è, la musica c’è. Non la senti? Non senti come cantano i nostri occhi? Non senti la musica delle nostre mani che si stringono? Ho voglia di ballare, ho voglia di cantare. Sono le 4 di una mattina incerta, sono le 4 in una città deserta, sono le 4 e siamo ancora qui e stiamo ballando e ci stiamo stringendo e questa piccola pennellata di verde brillante illuminata di ghiaccio è come una terrazza sul mare. Non ci sono nemmeno le stelle, ma noi le vediamo lo stesso, di sicuro non c’è il mare, forse non ci siamo neanche noi, forse no, però, fammi ballare, prendimi e fammi ballare lo stesso. Stringimi e non farmi respirare, i passi li conosci, e adesso c’è anche il mare.

Per Elisa, ricordando quel bellissimo pomeriggio in Galleria custodito nella danza di quella statua di vento.

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