4 febbraio 2012

chi?







In un pomeriggio di febbraio, quando tutti erano certi sarebbe arrivata la neve, arrivò qualcun altro.
- Chi arrivò?
- Aspetta!
- Perché?
- Perché arrivò qualcuno che era rimasto davvero male che nessuno lo aspettasse. Non se l’aspettava, ma decise di arrivare ugualmente. Lo fece borbottando e quando lui borbotta non usa certo mezze misure.
- Lui chi?
- Ancora?
- Cosa?
- Insisti!
- Non è vero.
- Allora, aspetta.
Borbottava la sua attesa mancata. Perché tutti aspettavano lei e non lui? Cos’aveva di così speciale che lui non avesse? Lui speciale lo era, sapeva di esserlo.
- Adesso sei tu che ti fai domande.
- Io posso.
- Perché?
- Perché io lo conosco, lui è mio amico.
- Lui chi?
- Aspetta!
- Aspetto.
Arrivò e gli ombrelli gli volarono incontro. Tutti pensano che quando c’è lui gli ombrelli non siano felici. Non è così.
- Che ne sai, tu?
- Lo so.
- Perché lo sai?
- Perché conosco lui, te l’ho già detto.
- Lui chi?
- A…
- … spetta, lo so! Qualcosa la so anch’io, adesso.
Gli ombrelli erano così felici che si sbronzarono di gioia, tanto da cadere a terra tutti arruffati: un cimitero di ombrelli sbronzi.
- Erano morti?
- No.
- E che ci facevano al cimitero?
- Niente.
- E il cimitero che c’entra, allora?
- Niente.
- Ho capito.
- Sei sicuro?
- No, ma so che se ti chiedessi spiegazioni avrei ancora meno certezze.
- Hai capito.
Alla vista degli ombrelli sbronzi, che sembravano morti, il cielo iniziò a piangere lacrimoni ghiacciati.
- Allora c’era la neve?
- No.
- Come, no?
- Erano solo lacrimoni ghiacciati, compassione liquida, partecipazione sciolta. Non neve. Non hai capito!
- No.
- Lo sapevo.
- Anch’io.
Lui guardò il cielo, poi gli ombrelli, attraversò i lacrimoni ghiacciati e strinse tutto quello che c’era da stringere in un abbraccio, il più forte di cui fosse capace. Andò via.
- Oh!
- Eh!
- E?
- Se ne andò, così com’era arrivato.
- Uh!
- Non ti aspetterai che faccia: “ih!”, vero?
- Non so più cosa aspettarmi… ma chi non stavamo aspettando?
- Shhh…
- Ancora? “Shhh…” è l’unica cosa che sai dire, dopo tutta la tempesta di vento in cui hanno giocato le tue parole fin’ora?
- Appunto!
- Il vento?
- Punto.
- Ho capito!
- Non sono così sicuro!
- Nemmeno io.


Grazie a Sario per la scelta dell'immagine.

3 commenti:

  1. chiudi la porta, senno' sbatte la finestra. hai capito?

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  2. Assolutamente in linea con me. E quindi, forse, la linea, non è la forma giusta. :)

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  3. @Al... non credo d'aver capito, ma non arrabbiarti :D

    @Pande: Grazie per la bellissima immagine che hai scelto e... evviva tutto ciò che ci scombussola un po' ;)

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