11 gennaio 2010

d'appartenenza e non



M’appartiene l’ostinazione nell’uso di una matita B2, destinata al chiaro scuro,per scrivere pensieri. Sono chiaro scuro anche loro ché tutto non è che meravigliosa mescolanza di luce e notte. Così, traccio tratti con precisione, con mano ferma e decisa per poi sovvertirne l’evidenza geometrica ammorbidendone i contorni e sfumandone l’intensità del colore con le dita. M’appartengono piccoli gesti come questi, fatti di pazienza, elusione dal tempo e amore. I contorni si sfumano con la giusta commistione d’anima e corpo. Le dita accarezzano il tratto deciso e, dopo un po’, questo s’addolcisce. Non m’appartengono carezze d’abitudine o circostanza, le mie, son sempre carezze d’amore, anche solo nella sfumatura d’un chiaro scuro. Ne sono sicura? Riporto alla mente la mia difficoltà anche solo di sfiorare un tratto e dico che: sì, ne sono proprio sicura! Non ho mai calcolato matematicamente una distanza spazio-temporale, non m’appartiene. Ho sempre considerato questo genere di distanza una risorsa più che un problema. Una possibilità. Ripenso alla brocca e penso che il senso della distanza, io, l’ho sempre trovato lì. Pensate ad una brocca vuota, è in terracotta [ io l’ho sempre immaginata così] ed ha un bel manico arrotondato; ebbene, io ho sempre visto il corpo della brocca molto più vicino all’acqua che può contenere che al manico con cui convive sempre.Anche quando la disegnavo da piccola, a disegno concluso, il manico mi sembrava sempre distante, bello, attaccato al corpo della brocca, ma distante, come se fossero diffidenti l’uno verso l’altra, due mondi vicinissimi, ma lontani. Ho sempre creduto alla brocca vuota appartenesse molto di più il pensiero dell’acqua da contenere che quel manico, ma questo pensiero, appartiene a me, ne sono consapevole, ho anche domandato a riguardo, tanti danno per scontata la vicinanza corpo della brocca–manico e nessuno vede quanto alla brocca manchi l’acqua.Questo pensiero, come tutti quelli che ho disegnato su questa pagina, fa parte di quelle piccole e quasi invisibili cose che la mia matita disegna con cura, pazienza e amore, sfumandone i tratti, chiedendo aiuto alle carezze delle dita, senza pretendere e volere che qualcun altro debba necessariamente capirli.
 


15 commenti:

  1. wow.. aspè che mi ricompongo ;)
    mi è piaciuta un sacco la metafora della brocca, e a dire il vero, ora che hai tirato in ballo questa questione,anche io ho sempre avuto quell'impressione. chissà forse dipende dal fatto che la brocca esiste in funzione dell'acqua, per la necessità di contenerla; e il manico viene solo in un secondo momento, cioè per comodità, è una sorta di accessorio non prettamente indispensabile, in quanto ci sarebbero altri modi di prelevare l'acqua, anche se più scomodi, ma ci sarebbero. quindi, benchè siano assemblati in un tutt'uno, sono sostanzialmente differenti. d'altronde l'idea di manico è generalissima: manici ne troviamo ovunque e li abbiniamo a svariate funzioni, le brocche invece svolgono unicamente la funzione di contenere liquidi.
    E ora mi vien da pensare: perchè mai mi sono dilungato tanto in questa spiegazione assurda? Boh boh sto perdendo colpi....
    Se ti va di passare da me ne sarò felice :) P.

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  2. Beh, qui puoi dilungarti o sintetizzarti ;) come vuoi. In quel momento ho ripescato la brocca [uno dei miei crucci nel disegno dal vero a scuola]perché pensavo a quante persone sono vicine fisicamente, ma all'uno o all'altra possa mancare qualcuno che, nonostante la distanza, sente gli appartenga.
    Passo da te, sì :)

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  3. la brocca, credo abbia come uno spirito, e decide di avvolgersi e avviluppare l'acqua, piuttosto che volgersi e vedere il manico che in sè, si sente solo. Si la brocca è più vicina all'acqua, ma il manico si sente solo, è presente, ma soffre la più bieca solitudine, che vita fa una presenza che osserva e non vive e non gode dell'attenzione della sua stessa brocca che , comunque, fa parte di lui...il manico...
    è magnifico il tuo modo di scrivere, sister, impareggiabile, mi sembra di udire la tua voce che ne parla!!!
    grazie!

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  4. Davvero, meraviglia...
    Non solo per la tua metafora, ma per tutto il post. Potevo vederti, sai, disegnare quella brocca!

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  5. X Zuza: Eh e tu avevi già letto, però mi piace questa seconda immagine che dai del post. Il manico, forse, nemmeno lo sa che la brocca desidera altro e, spesso, la stessa brocca fa finta di non saperlo accontentandosi del manico ;)
    ...pensaci ;) In ogni caso, il tuo nuovo modo di disegnare le cose è interessantissimo, continua, continua così ;)

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  6. X Morgana: Che bello, se mi hai vista disegnare, hai anche vito le mie dita sporche di polvere di matita, ci si posson fare veri e propri incantesimi con quella polvere ;)
    In ogni caso, non sono stata colta da una inesauribile fase creativa che mi ha fatto produrre tutti questi post in un sol giorno, avevo un altro blog, che ho chiuso salvandone gli scritti, inutile tenerne due :)
    Grazie per il passaggio :)

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  7. Infatti impazzivo perché me li sto leggendo tuttiiiiiiiii!!!
    :)

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  8. :) Naimablu hai proprio una bella anima ^^

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  9. Che posto meraviglioso.
    Mi sento come l'acqua che dopo aver percorso un collo stretto, arriva nella pancia accogliente della brocca.

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  10. @Elys: Guarda chi c'è :)
    La mia è un'anima puffa: blu ;)
    Grazie Elys :*

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  11. @Bambi: La brocca ne sarà felice, credo sia proprio di quello che abbia bisogno: acqua che sappia esserne contenuto ;)
    Grazie :)

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  12. Wow, bella metafora. Bellissimo post!

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  13. Con il tuo pensiero ribalti concetti scontati come lontano-vicino/dentro-fuori con il consueto garbo.

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  14. @Maria: grazie,è che certe volte, alcune cose, non sanno come venir fuori e...saltano allo scoperto così :)
    Un sorriso e grazie :*

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  15. Anto Superbat: Ciao Bat, è bello, forse perché ci sono io, in tutto e per tutto e dico qualcosa che sento, sento davvero forte. Il post è vecchio, ma lo sento molto presente :)
    Auguri! (non potevano mancare :D)

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