2 maggio 2013

con me

Donna che legge, Luigi Parzini




Non ho mai raccontato te, ma ho scritto il tuo nome per serbarti in qualcosa che è importante. Per me, è importante per me. E accadrà che nessuno saprà mai che ci sei, io sì. Tutte le volte che affonderò gli occhi in quelle parole ti troverò. Anche se non raccontano di te, anche se lì sei solo in un pugno di lettere che hanno un suono, il tuo. E arriverà la notte, porterà con sé il silenzio e la discrezione giusta per incontrare quei pensieri che non si ha il coraggio di leggere. Alla luce fioca di una stella di passaggio leggerò quelli che mi hai lasciato tu. Poche parole e un nome in un pugno di lettere. Avranno un suono, il tuo. Avrò te, ancora una volta. Con me.







[Grazie a Miriam per avermi regalato questa canzone]


 

4 commenti:

  1. e yah che tristezza... siccome già non lo sonot riste non mi viene in mente chi sai tu leggendo no?

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  2. Ciao Cali!
    Non è triste, anzi e non è una cosa d'amore, almeno per me :)
    E se non è una cosa d'amore, allora non può farti venire in mente chi so io ;)
    Baci :*

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  3. Hai detto il vero: le parole richiamano presenze e assenze. Soprattutto le belle parole, quelle che hanno la capacità di cantare anche se nessuno le suona. Grazie, Vale.

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    1. Per me è un regalo che ci siano lettrici come te che abbiano piacere a sostare un po' tra queste parole sghembe... quindi, grazie a te :*

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