Karen Aghamyan
Addio. Questo pensiero inizia così. È per tutte quelle volte
che non ho potuto dirlo. Lo dici lo stesso dentro, ma non è che si possa sempre
tenere tutto lì. Nel mio dentro ci sono troppe cose, prima o poi dovrò decidere
di mettere in ordine. Oppure no. Addio, io voglio dirlo. Per
tutte quelle volte che lo sapevo, anche se nessuno dei due l’aveva detto o per
quelle in cui non lo sapevo, ma già non c’eravamo più. È buffo, gli addii sono
buffi. Accadono e sono così goffi che anche se lo sanno che è il loro momento
non sono mai pronti. E urlano, strepitano con l’illusione di mascherare un
dolore o sgattaiolano via muti,
affidando al silenzio un coraggio che sanno di non avere. Addio, a voce alta.
Il mio, anche se fa male. Ché tra le urla e il silenzio c’è sempre un modo per
andar via senza lasciare nessuno ad aspettare.
"c'è una regola che si complica
se anche questo viaggio partecipi sola"
se anche questo viaggio partecipi sola"
(I ritorni, Amour Fou)
guarda che non basta urlare addio.
RispondiEliminainfatti quello di cui scrivo non è urlato, ma detto con decisione ;)
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