12 dicembre 2012

sparolando





Ci sono tante parole. Non è una novità. Parole che aspetti come si aspetta una festa. Non arrivano mai o arrivano all’improvviso. Poi? Poi ti accorgi che la festa era passata da un pezzo e che quello che era rimasto era solo un odore stantio di cose che andavano messe via, il prima possibile. Prima. Ah se ce n’erano di cose da festeggiare, così tante che un calendario intero non sarebbe bastato. Avresti anche chiesto qualche giorno in più al calendario dell’anno dopo. Te lo avrebbe concesso qualche giorno in più, per feste come quelle i giorni si regalano con piacere. Poi scopri che non ti piace più. Ti ricordi che quello che ti piace è lontano lontano e non perché sai dov’è, proprio perché non lo sai. Aspetti, ché un pizzico di tempo per aspettare le cose belle lo riesci sempre a staccare dalla giornata.  E pensi che i giorni che ci sono non ti bastano per raccontare tutto quello che hai da raccontare, che dovresti chiedere qualche giorno al calendario dell’anno dopo, ma, per cose come queste, i giorni non si regalano tanto volentieri. Desisti e aspetti che arrivino le orecchie giuste. Quelle lontane lontane, quelle che sono nello stesso posto in cui c’è quello che ti piace, che sono quello che ti piace. Così, ti dai un pizzico e aspetti ché la festa, quella che hanno organizzato solo per te, ti sta aspettando anche lei. In un giorno qualsiasi, con la promessa che un solo calendario non basterà.



4 commenti:

  1. di orecchie giuste ce ne sono momosamente poche :3 momosi bacini <3

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  2. Be', prima o poi, io dico che quelle giuste si incontrano :)
    Bacini momosi a te :D

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  3. Il tempo è quello che decidiamo noi. Soffiamo sulle lancette, tratteniamo il respiro, cambierà.
    Qui, il tempo,il mio, si è fermato.

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  4. Qui puoi fermarti tutte le volte che vuoi. Qui.

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