6 settembre 2012

Pensieri ballerini e origami d’oleandro

La bellerina, Omar Galliani



«Finalmente! Quanto ci hai messo ad arrivare? Hai almeno 3 lune di ritardo, ma non importa, l’importante è che tu sia qui.»
«Credo si sbagli, io non la conosco e, per dirla tutta, sono qui per caso.»
«Perché mi dai del lei”, non mi riconosci? Solo 10 lune e già mi hai dimenticato? Quanti pensieri ballerini hai ingoiato?»
«Lune? Pensieri ballerini? Mi dispiace, ma dico sul serio: io non l’ho mai vista… »
«È colpa dei pensieri ballerini, non c’è altra spiegazione. Lo so come vanno certe cose, loro saltano, fanno le capriole, la ruota dei colori, poi prendono i ricordi e ci giocano come fossero palle di gomma, così, i ricordi rimbalzano, vanno di qua e di là e tutto si mescola.»
«Le assicuro che i miei pensieri non hanno giocato a palla, sono pensieri tranquilli, i miei. È vero, qualche volta giocano a nascondino, però li ritrovo sempre, ma sono sicura di non averla mai incontrata e, anche se fosse successo non mi ricordo.»
«Va bene, va bene, ti aiuterò io a ricordare, non è possibile che siano sufficienti solo 10 lune per cancellare tutto. Ho coreografato già tantissimi pensieri ballerini, studieremo la coreografia giusta per i tuoi e li coordineremo, così sarà tutto più chiaro. Fidati di me, anche i miei pensieri sono stati ballerini un tempo e non sai quante lune ci son volute per ricordare.»
«Non so cosa intenda per “luna”, ma, in ogni caso, non credo di avere così tanto tempo…»
«E cosa avresti di così importante da fare?»
«Devo andare a cogliere un mazzolino di fiori di campo per la mamma, voglio farle una sorpresa. Sa, oggi è il suo compleanno.»
«Bene, allora è risolto tutto, vengo con te, ti faccio compagnia e, mentre cerchiamo i fiori, studio la coreografia per i tuoi pensieri.»
«Non saprei, io non la conosco, forse è meglio evitare. Facciamo così, io adesso le auguro una buona giornata e corro a cercare i miei fiori, le assicuro che non sono la persona che pensa che sia. Mi creda, perde solo tempo con me, tempo che potrebbe impiegare per cercare la persona di cui parla.»
«Sei Tu, ne sono sicuro e, presto, ne sarai certa anche tu! Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? No, non te lo ricordi, solo 10 lune e non te lo ricordi. Eravamo alla stazione, avevi perso il treno e avevi un’espressione più grigia del fumo di Londra e il fumo di Londra è davvero grigio, non l’ho mai visto dal vivo, ma sono stati davvero bravi a raccontarmelo.»
«E dove avrebbe dovuto portarmi questo treno che avrei perso?»
«Nella casa di campagna della nonna.»
«Conosce la mia nonna?»
«Non personalmente, diciamo, però, che sei stata brava a raccontarmela.»
«Un po’ come per il fumo di Londra.»
«Brava! Proprio così, inizi a ricordare?»
«Dalla nonna non vado da almeno…»
«Dieci lune, le ho contate, sono dieci lune.»
«Cos’è una luna?»
«È la misura del tempo dei ricordi, non so nel tuo mondo cosa significhi, nel mio, 10 lune sono poche per dimenticare qualcuno.»
«Cos’altro puoi dirmi del nostro incontro?»
«C’era la neve.»
«Ecco vede? Io dalla nonna sono stata in primavera, come faceva ad esserci la neve?»
«Nevicavano petali d’oleandro. Ti piacevano così tanto, a un certo punto ne hai presi un po’ ed hai iniziato a farne origami.»
«Lo so, sono brava a fare origami, le sere d’inverno sono così noiose, ho imparato a crearne accanto al camino.»
«Quello a forma d’aquilone era il più bello, sono stato felicissimo quando me lo hai regalato.»
«Dunque, sai che sono brava a creare piccoli origami, che ho una nonna che ha una casa in campagna e che perdo i treni. Quelli, ahimè, li perdo spesso, una volta ne ho ritrovato uno in fondo al cassetto della scrivania, credo di averlo perso una mattina di gennaio, sarà stato il freddo, non saprei… »
«Mi hai dato del “tu” allora incominci a ricordare?»
«No, mi spiace, ti do del “tu” perché forse tutta questa convinzione che hai sta convincendo anche me, ma ancora non ricordo.»
«Non ricordi neppure tutte quelle lacrime? Ho dovuto strizzare ben due fazzoletti di seta quel giorno, hai preso i miei dopo aver utilizzato i tuoi.»
«Che vergogna, perdonami, chissà perché piangessi tanto.»
«Tra un singhiozzo e l’altro mi hai detto che avevi nostalgia del sole, che qualcuno te lo aveva rubato e che stavi andando a riprenderlo, ma il treno era partito in anticipo e non avevi fatto in tempo a saltar su.»
«È vero! Adesso ricordo! Il furto del sole, me lo avevano rubato, forse era per questo che le mie lacrime imitavano bene il fumo di Londra. Però, ancora non mi ricordo di te! Anche se, ricordo un sorriso che mi ha ricordato tanto il mio sole perduto. Sì, adesso ricordo! Ricordo il tuo sorriso, che bello che era, per un attimo avevo pensato di aver ritrovato il mio sole, invece eri tu!»
«Lo sapevo, lo sapevo che 10 lune non possono cancellare un ricordo bello come quello del nostro incontro.»
«Comincio a ricordare, ricordo le tue mani che stringevano le mie per darmi coraggio, ricordo che mi hai accompagnata a cercare il mio sole, proprio come oggi per i fiori per la mamma. Come ho fatto a dimenticarmi di te? Come ho potuto? Perdonami!»
«C’erano le nuvole!»
«Che c’entrano le nuvole?»
«Quando ci siamo salutati c’erano le nuvole, ti ricordi che non riuscivamo più a trovarci tanto erano fitte e dense?»
«Sì... »
«Sarà stato lì che i pensieri ballerini hanno iniziato a confondersi, avranno preso a giocare con i ricordi e non li hanno più ritrovati con tutta quella panna montata di vapore.»
«Hai ragione, sarà stato così e tu sei stato bravissimo a mettere i miei pensieri birichini in riga.»
«Te l’ho detto, che sono bravo come coreografo di pensieri ballerini, quasi quanto lo sei tu con gli origami d’oleandro.»
«Il mio sole, poi, non l’ho più ritrovato, però, continuo a cercarlo, sai? Esco tutti i giorni prima che tramonti e spero sempre di incontrarlo e oggi, credo sia successo.»
«Sono felice, spero di averti aiutato un po’ anch’io.»
«Se non ci fossi stato tu oggi non lo avrei mai ritrovato e chissà quante altre lune ci sarebbero volute per rivederlo, sei stato tu a regalarmi la strada per raggiungerlo. Ritrovarti mi ha riempito di una tale gioia che è stato come non averlo lasciato mai, il mio sole
«Mi confondi, volevo solo ti ricordassi di me, non credevo d’essere così importante.»
«Invece lo sei e adesso sono certa di una cosa, per quante nuvole possano esserci, la luce ed il calore del nostro incontro le eliminerà e non trascorrerà neppure mezza luna senza che io non mi ricordi di te e del nostro tempo insieme.»
«Anche tu hai un bel sorriso sai? Somiglia al terzo raggio del sole, è il mio preferito, è buffo, mi mette allegria, forse è per questo che mi piace tanto!»
«Adesso andiamo, hai dimenticato i fiori per la mamma? Il nostro sarà di sicuro il bouquet più bello e ci saranno anche fiori d’oleandro, ne terremo un po’ anche per noi, così, quando tutti saranno impegnati a festeggiare, noi ci rifugeremo sotto il tavolo e ne faremo tanti origami a forma di aquilone pronti a volare via.»
«Saranno aquiloni senza fili, saranno come noi, anche lontani saranno sempre legati. Non si perderanno mai. Non ci perderemo più».

6 commenti:

  1. Emozionante, sai?
    Tra il Piccolo Principe e la favola filosofica.
    Sono felice di poter leggere cose così.
    La stampo così la faccio leggere anche a mia figlia.
    Giornata piena di sorprese, oggi :-)
    Ciao!

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  2. Grazie, grazie davvero! Io quando scrivo cose così credo che al resto del mondo non possano interessare (ma dentro spero che ci sia anche solo una persona che riesca a capire, mi sentirei meno sola).
    La sorpresa sei tu, sul serio :D

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  3. Davvero suggestivo :)
    Anche io sono in cerca del mio sole, spero di trovare il coreografo dei pensieri ballerini...sono sicura di averlo perso nel caos di mille pensieri incolori...

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    1. Ciao S. i coreografi dei pensieri saltano fuori quando meno te l'aspetti ;)

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