4 luglio 2011

LUI, IL DADO, IL TRE E IL SEI


Sapevi che prima o poi avrei raccontato di te, senza far finta di parlar d’altro, intendo.
Lo sapevo anch’io, mentre tessevo bugie per trattenere i pensieri: una ragnatela di fili tanto sottili da farla scomparire all’occorrenza.
Non avevo fatto i conti con il sole, basta un raggio, solo uno nel punto
giusto e la ragnatela salta fuori.
Oggi piove, c’è poca luce e il sole affonda tra le nuvole, ma tu, voglio
dire, la ragnatela salta fuori lo stesso.
Sei di nuovo impigliato tra i miei pensieri e non è colpa tua.
Sei via da un po’, qualcuno direbbe da tanto, io dico che il tempo è un punto di vista e sì, sarà anche tanto, ma è che questi fili non riesco proprio a tagliarli: quando ho le forbici non li trovo più e, quando li trovo, è la volta che alle forbici viene voglia di giocare a nascondino.
Ecco, lo sto facendo di nuovo, parlo di te e faccio finta di parlar d’altro.
Cerco di non farlo più.
Ricordo ancora la prima volta che l’ho trovato, in quella piazza ci son capitata per caso e, con tutto il freddo che faceva, proprio non riuscivo a capire come mai mi trattenessi ancora lì.
Quella piazza, poi, così piena di luci e colori, non mi è mai piaciuta, è malinconica e tutta quella malinconia non riusciva ad accordarsi con il mio gelato mora e amarena.
Era dicembre e, mentre gustavo il mio piccolo piacere nostalgicamente intriso d’estate, l’ ho trovato.
Giaceva lì, in quel negozietto all’angolo: mi aspettava!
Ci siamo scelti subito, è bastato farlo scivolare tra le mani per non lasciarlo più.
Un dado, molto più che un dado!
In quel momento, era tutto quello che stringevo tra le mani: gioco, imprevisto, sorpresa, emozione, rischio adrenalina, euforia, gioia!
Lo è anche adesso, come allora.
L’ho fatto ancora!
Parlo di te e faccio finta tu non ci sia, ma tu ci sei, tanto.
Ecco quel raggio di sole, i fili luccicano e prendo le forbici, mi avvicino, faccio per tagliare.
Mi fermo.
Lascio andare le forbici, volgo lo sguardo al mio dado, lo stringo forte e lo lancio: tre e sei!
Tre e sei.
Nascondo le forbici in fondo al cassetto.
Vado via io!




12 commenti:

  1. hai mai visto una ragnatela tesa in mezzo ad una piccola radura del bosco rischiarata dalla luna piena? non tagliare via la ragnatela prima che ti arrivi questa fortuna.

    RispondiElimina
  2. intenso...perfetto, nel descrivere cosa senti...brava come sempre ! mi piace sempre quando parli d'amore...

    RispondiElimina
  3. Questa "ragnatela", per fortuna l'ho tagliata da un pezzo ;)
    Il pensiero non è "contemporaneo", ma di quasi un anno fa, l'ho ritrovato, come la ragnatela e benché il filo rosso non ci sia più, a me fa sempre emozionare.
    Adesso mi emoziona e non fa più male, adesso ho proprio voglia di lanciare di nuovo il dado e se verranno fuori 3 e 6 sorriderò e rilancerò ancora ;)
    la ragnatela di cui parli deve essere meravigliosa, se ne dovessi vedere una ne serberei il ricordo con cura e attenzione.
    Se tu l'hai vista, sei stato fortunato.

    RispondiElimina
  4. Grazie Barbara, gli inizi e gli addi hanno la stessa forza, forse è per questo che quando tentiamo di scriverne tirano fuori tanto di noi :)

    RispondiElimina
  5. e' vero, io sono un uomo molto fortunato. ma c'e' anche da dire che amo i boschi e ammiro i ragni. quindi diciamo che certe fortune me le propizio. (ammesso e non concesso che il propiziarsele non sia un fatto necessario a tutte le fortune)

    RispondiElimina
  6. Nei sentimenti mi affido all' accadere :)
    Anche a me piacciono le ragnatele, da quand'ero piccola :)
    Provo simpatia per i ragn, per quelli grossi un po' meno, anche se la tarantula ha il suo fascino benché preferisca la taranta che vorrei saper ballare :D

    RispondiElimina
  7. sei sempre delicata,sei anima rara e sensibile :)il mio desiderio è che ci siano per te emozioni belle nuove fresche e non solo ricordi.(e sono contenta che non ti faccia piu' male).

    RispondiElimina
  8. Ciao Sole!
    Sì,non fa più male da un bel po', però per questo pensiero provo affetto, come per me quando lo sentivo.
    Delicata sempre tu, nel tuo esserci con passo silenzioso e attento.
    Ti abbraccio

    RispondiElimina
  9. Cara Naimblu, il momento più bello è quando (come dici tu) puoi ricordare un momento passato, un momento bello, indimenticabile, non provando più dolore ma forse solo un pizzico di nostalgia.

    RispondiElimina
  10. oh! una volta ad Urupia una comunarda tento' di insegnarmi. ma io continuavo a fare come se stessimo ad un technorave e lei si scoraggio'... (ho anche qualche aneddoto significativo sulle ragnatele, ma non ci conosciamo ancora abbastanza.. :))) )

    RispondiElimina
  11. Chiara, non c'è nostalgia, non più :)
    Anche perché il pensiero sul dado, che ancora mi fa compagnia, è realtivo a quando sul serio l'ho trovato in un negozietto...saranno stati 6anni fa, invece, le sensazioni fissano un pensiero più recente, ma ormai lontano :)
    La verità è che, rileggendo questo pensiero,mi piaceva davvero tanto:)

    Alpexex, mi accontenterò dei tuoi accenni alla tua passione per ragni e ragnatele :)

    RispondiElimina