Ci sono tante parole. Non è una novità. Parole che aspetti
come si aspetta una festa. Non arrivano mai o arrivano all’improvviso. Poi?
Poi ti accorgi che la festa era passata da un pezzo e che quello che era
rimasto era solo un odore stantio di cose che andavano messe via, il prima
possibile. Prima. Ah se ce n’erano di cose da festeggiare, così tante che un
calendario intero non sarebbe bastato. Avresti anche chiesto qualche giorno in
più al calendario dell’anno dopo. Te lo avrebbe concesso qualche giorno in più,
per feste come quelle i giorni si regalano con piacere. Poi scopri che non ti
piace più. Ti ricordi che quello che ti piace è lontano lontano e non perché
sai dov’è, proprio perché non lo sai. Aspetti, ché un pizzico di tempo per
aspettare le cose belle lo riesci sempre a staccare dalla giornata. E pensi che i giorni che ci sono non ti
bastano per raccontare tutto quello che hai da raccontare, che dovresti
chiedere qualche giorno al calendario dell’anno dopo, ma, per cose come queste,
i giorni non si regalano tanto volentieri. Desisti e aspetti che arrivino le
orecchie giuste. Quelle lontane lontane, quelle che sono nello stesso posto in
cui c’è quello che ti piace, che sono quello che ti piace. Così, ti dai un pizzico e aspetti ché la festa, quella che
hanno organizzato solo per te, ti sta aspettando anche lei. In un giorno
qualsiasi, con la promessa che un solo calendario non basterà.
di orecchie giuste ce ne sono momosamente poche :3 momosi bacini <3
RispondiEliminaBe', prima o poi, io dico che quelle giuste si incontrano :)
RispondiEliminaBacini momosi a te :D
Il tempo è quello che decidiamo noi. Soffiamo sulle lancette, tratteniamo il respiro, cambierà.
RispondiEliminaQui, il tempo,il mio, si è fermato.
Qui puoi fermarti tutte le volte che vuoi. Qui.
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