Grani impertinenti
… una tranquilla vita da giardino
- OTTAVA PARTE -
… una tranquilla vita da giardino
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scarabocchio di naimablu
Dopo aver lasciato Petunia ai suoi immotivati sospiri, affidati unicamente alla sconfinata fiducia nella presunta avvenenza del Coso, mi sono avviata verso la casa del nostro nuovo inquilino per invitarlo alla festa.
C’è da dire che la siepe di more, è sempre stato il luogo più sinistro del giardino.
Nessuno vi si avvicina frequentemente, un po' per le spine, ma anche per quell'atmosfera cupa e tetra che l'avvolge.
Era sfitta da tanto tempo, il proprietario aveva pensato di raderla al suolo, ma non disponeva delle sostanze necessarie per poter affrontare la spesa, così, come ultimo tentativo, aveva pubblicato un annuncio d’affitto sul Gazzettino del vicino malandrino.
Nel giro di poche ore, aveva ricevuto un contatto e la siepe era occupata da un nuovo inquilino.
Il Coso, aveva già fatto parlare di sé durante le fasi del trasloco.
Non solo, nessuno di noi era riuscito a vedere lui, ma anche il suo arredo o tutto quello che aveva portato nella sua nuova abitazione era avvolto dal più totale mistero.
La redazione del Gazzettino del vicino malandrino aveva soltanto detto che Pero, il proprietario della siepe, aveva telefonato per chiedere di eliminare l’annuncio perché non c’era più bisogno fosse attivo.
La velocità con cui la siepe di more era stata affittata, aveva insospettito anche i cronisti del Gazzettino, soprattutto perché, quando avevano contattato Pero per chiedergli informazioni sul suo nuovo affittuario, questi, aveva soltanto detto che era stato pagato profumatamente, in tempi brevi attraverso un corriere espresso, e che a lui non interessava sapere di più.
E quando gli avevano fatto notare che prima o poi avrebbe dovuto dichiarare chi stesse occupando la sua siepe, aveva semplicemente detto: «Ops, non ci avevo pensato. Non mi crederete, ma cado dal pero!».
Dopo, questa considerazione, i cronisti del Gazzettino del vicino malandrino (e non solo) avevano capito che Pero non avrebbe mai potuto essere utile per ottenere informazioni o anche solo acute osservazioni sul caso del Coso.
Sta di fatto che, dal giorno del suo trasloco, il Coso è diventato l’argomento di discussione più in voga tra di noi e che la curiosità su chi sia, cosa sia, e perché sia qui è aumentata sempre più.
Ritorniamo alla volta in cui sono andata a invitarlo per la festa in suo onore.
Mi sono avvicinata alla siepe di more, e ho subito cercato un campanellino per bussare.
L’ho trovato!
Nascosta tra le spine, c’era una campanula viola e, senza perder tempo, l’ho suonata.
Il tempo di un dlin dlon e il tepore di quella bella giornata di primavera è stato soffiato via dal più gelido dei venti del nord.
«Chi disturba?»
«Salve, so che non mi conosce, ma sono una delle sue vicine d’aiuola. Mi chiamo Mely.»
«Non te l’ho chiesto!»
«È buona educazione presentarsi. Lei, come si chiama?»
«Fatti gli affari tuoi, impicciona!»
«Non sia così ostile, vengo in pace e per invitarla al party che si terrà in suo onore.»
«E chi te l’ha chiesto!»
«Nessuno, ma noi abitanti del giardino siamo soliti organizzare una festa di benvenuto per i nuovi vicini. Lei si è trasferito solo da una settimana, abbiamo notato che non esce, vorremmo sapesse che siamo felici sia qui con noi.»
«Aspetta a dirlo, fiocchettina!»
«Fio … che cosa?!»
«Poche chiacchiere. Non voglio nessuna festa, non mi interessa se vi sono o meno simpatico. Vi osservo tutti i giorni e non c’è nessuno di voi che mi vada a genio. Se volete fare quella stupida festa, fatela pure, ma non verrò. E vi avviso: chiudete le danze entro le ventiquattro, altrimenti vi faccio ballare in gattabuia, dopo avervi denunciato per rumori molesti. Non fate scherzi, io vi osservo! Adesso sgomma e attenta a non inciampare nel nastro, fiocchettina!»
«È un insolente e un ingrato! Stia attento, lei. Chi ha problemi a mostrarsi alla luce del sole, fino a prova contraria, non siamo noi. Sappia anche che indagheremo sul suo conto e se ha qualcosa di marcio, la espelleremo dal giardino. Arrivederci, ne stia pur certo!»
«Mi hai spaventato, sai? Uhhhh … che paura. Come femminuccia, sei alquanto audace, insomma, guarda quanta foga solo per vedermi in tutto il mio splendore. Non illuderti, fiocchettina, sei troppo indisponente per essere il mio tipo. Adesso, però, togli il disturbo e di’ ai tuoi amichetti di non infastidirmi ulteriormente. Addio.»
Ecco, questo è stato il mio primo incontro con il Coso.
Al mio ritorno tra gli altri abitanti del giardino, nessuno credeva che il Coso fosse davvero tanto antipatico, qualcuno aveva anche avanzato l’ipotesi avessi potuto indisporlo io.
Petunia, addirittura, per qualche giorno non mi ha rivolto la parola, accusandomi di averle rovinato il suo sogno d’amore, per fortuna, poi, ha preso una sbandata per mio cugino Melo. Sarebbe stato un altro palo, sì, una palla goal mancata o una bella trave in testa, mettetela come volete, ma fin quando Petunia avrebbe continuato a fidanzarsi senza comunicarlo al diretto interessato, non credo avrebbe avuto esperienze in cui poter esultare o schivare bernoccoli.
A proposito di Petunia, avrebbe potuto aiutarmi lei con il bouquet di erbette assortite per Flaffy.
Il mio amico stava per tornare, mi avrebbe illustrato il suo piano per incastrare il Coso, prima di andare a fare “pubbliche relazioni” con la commessa del negozio d’abbigliamento sportivo.
Speriamo solo Flaffy si sia vestito bene per l’appuntamento …
[continua...]
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