Grani impertinenti
… una tranquilla vita da giardino
… una tranquilla vita da giardino
- SETTIMA PARTE -
scarabocchio di naimablu
Flaffy e quella sua assurda teoria sul fatto che il Coso dovrebbe interessarmi chissà come.
L’unico motivo per cui ne parlo così tanto è che non sopporto quel suo modo arrogante di trattare noi vicini e la sua maleducazione nel non volersi mostrare.
Chi non si mostra ha sicuramente qualcosa da nascondere.
E se fosse lesivo per tutti noi?
Del resto, sulle sue mantelline ci sono teschi e non fiorellini.
Sì, teschi simpatici, probabilmente innocui, ma, visto il soggetto, non c’è da star tranquilli.
Poi, per dirla tutta, uno scoop per il Gazzettino del vicino malandrino, farebbe comodo anche a noi.
Io potrei iniziare a realizzare il mio sogno, muovendo i primi passi come cronista, e Flaffy lanciare la sua attività di stilista, arricchendola anche delle capacità come fotografo.
Senza contare che potremmo investire il compenso ricevuto, in cambio della foto, per ravvivare il giardino.
Ne trarrebbero beneficio tutti, anche il Coso e Betulla … ahimé.
Oltre allo spiacevole episodio con lo zucchero, di cui ho raccontato, il Coso è stato protagonista di altri avvenimenti antipatici.
In giardino siamo abituati a organizzare delle bellissime feste d’accoglienza per i nuovi abitanti.
Quando il Coso si è trasferito qui ne abbiamo organizzata una anche per lui.
Marghe e Petunia avevano persino composto una ghirlanda di erbette per accoglierlo, Pioppo si era occupato della musica, essendo il dj più in vista tra i giardini, Betulla si era proposta di ballare sul cubo, questo, però, più che un regalo al Coso, l’ha fatto a sé stessa, vanitosa com’è…
Flaffy aveva preparato i suoi biscottini allo zenzero e si era proposto come curatore d'immagine per Betulla, io avevo pensato alle decorazioni e all’organizzazione dell’evento.
La festa era pronta per essere allestita, avevamo pensato davvero a tutto, meno a una cosa: invitare il Coso!
Poco male, il party si sarebbe svolto tre giorni dopo e avremmo anche potuto posticiparlo, se il Coso avesse avuto problemi.
Del resto, non era mai successo che qualche nuovo inquilino del giardino avesse rifiutato la festa di benvenuto in suo onore.
Essendo la pr del giardino, sono andata a invitarlo io.
Non l’avessi mai fatto.
Ricordo che era un giovedì di primavera, in giardino eravamo al meglio di noi, indossavamo gli abiti più vivaci e io avevo un bellissimo colorito.
Tutto era pervaso da un tepore discreto e avvolgente e il sorriso era conseguenza naturale di questa condizione gioiosa.
Nulla poteva turbare quell’atmosfera così amichevole.
Non conoscevamo ancora il Coso.
Mentre Flaffy era occupato ad approfittare della sua mansione di curatore d’immagine per Betulla, Pioppo fingeva d’esser geloso di lei, ma faceva gli occhi dolci a Marghe, Petunia mi è corsa incontro con la ghirlanda per il Coso e mi ha chiesto: «Mely, credi che abbia scelto bene le erbette? Non ti sembra troppo verde questa ghirlanda?».
«Non vedo come potrebbe esser d’altri colori, l’erbetta è verde!»
«Hai ragione Mely, è che sono emozionata.»
«Petunia, ma se non sappiamo neppure come sia questo nuovo inquilino, aspetta almeno prima d’avergli dato un’occhiata per tremare d’emozione. No?»
«Attenderò, ma qualcosa mi dice che sarà un tipo originale.»
«Cosa te lo fa pensare?»
«Certe cose si sentono e sai che io sono sensibile ai segnali del destino.»
«Già, ti conosco. Proprio per questo, io aspetterei prima di entusiasmarmi troppo.»
«Non puoi riferirti sempre a quella volta. Lì non mi ero concentrata bene, ecco.»
«Diciamo pure che la concentrazione era andata a farsi un giro nel guardaroba di Flaffy, per quanto era confusa.»
«Non è colpa mia se non esistono più i Pini di una volta!»
«Nel caso di quel Pino, si percepiva a priori che si trattasse di più di una pigna.»
«Mely, non era proprio tonto, dai!»
«No, sembrava solo che lo avessero usato come pendolo, all’interno di una campana, per quanto era rintronato. Ce n'eravamo accorti tutti, tranne tu.»
«Perché voi non avete un animo fiducioso come il mio, solo per questo. Siete snob!»
«Oppure più svegli di te, sicuramente più di quel Pino.»
«Lui voleva solo essere utile e far colpo su di me.»
«Per poco il colpo lo faceva venire a noi e c'è mancato tanto così, perché trasformasse il nostro giardino, nella “Fiera del porcellino sbarazzino”. Dimmi tu, come si può pensare di fare un restyling alle nostre aiuole, impregnando i suoi aghi di vernice ROSA e scuotendosi all’impazzata, sperando che tutto venga dipinto in maniera uniforme!»
«Almeno, lui ci ha provato!»
«Con il risultato che persino Flaffy che, come sappiamo tutti, è elastico sull’uso dei colori, voleva eliminarlo, quando si è trovato completamente tinto di rosa.»
«Aveva appena iniziato a scuotersi.»
«E meno male! Altrimenti, avremmo avuto il giardino più ridicolo del mondo.»
«Non sei affatto romantica!»
«Perché mai?»
«Rosa è il colore dell’amore.»
«Anche quello dei porcellini.»
«È inutile parlare con te, tu certe cose non le comprendi. Era chiaro come Pino volesse dichiararsi a me con quell’idea del restyling rosa. Voi gli avete smorzato l’entusiasmo, fino a farlo rinunciare. Il risultato è stato che la rinuncia si sia estesa anche alle intenzioni di conquista verso di me.»
«Pino è scappato con Orchidea Selvaggia, lo sai? Ti invito a riflettere, uno che scappa con una così, può mai avere intenti romantici?»
«Solo perché ha capito che il suo romanticismo non sarebbe mai stato compreso. Avete contribuito all’estinzione dei romantici, dirottando Pino, ormai deluso, verso Orchidea Selvaggia: un nome, un programma! Ma non parliamone più, ormai ho superato. Il mio cuore, adesso, è libero. Sento che il Coso, saprà affascinarmi e sarà un tipo irresistibile.»
«Io, invece, sento che dovresti fare una visita dall’otorino. Se dovessi sentire allo stesso modo che per Pino, staresti fresca.»
«Non ne ho bisogno, la temperatura che c’è mi piace. Non voglio sia più fresca.»
«Era un modo di dire … Riguardo il Coso, staremo a vedere. Innanzitutto, dovremmo sapere, almeno, cosa sia. Da quando è arrivato nessuno l’ha visto. Si è rintanato dietro il cespuglio di more e non è mai uscito o l’ha fatto di nascosto. Sto andando a invitarlo, ti racconterò che impressione mi ha fatto.»
"Impressione", credo sia la parola giusta da associare al mio primo incontro con il Coso.
L’unico motivo per cui ne parlo così tanto è che non sopporto quel suo modo arrogante di trattare noi vicini e la sua maleducazione nel non volersi mostrare.
Chi non si mostra ha sicuramente qualcosa da nascondere.
E se fosse lesivo per tutti noi?
Del resto, sulle sue mantelline ci sono teschi e non fiorellini.
Sì, teschi simpatici, probabilmente innocui, ma, visto il soggetto, non c’è da star tranquilli.
Poi, per dirla tutta, uno scoop per il Gazzettino del vicino malandrino, farebbe comodo anche a noi.
Io potrei iniziare a realizzare il mio sogno, muovendo i primi passi come cronista, e Flaffy lanciare la sua attività di stilista, arricchendola anche delle capacità come fotografo.
Senza contare che potremmo investire il compenso ricevuto, in cambio della foto, per ravvivare il giardino.
Ne trarrebbero beneficio tutti, anche il Coso e Betulla … ahimé.
Oltre allo spiacevole episodio con lo zucchero, di cui ho raccontato, il Coso è stato protagonista di altri avvenimenti antipatici.
In giardino siamo abituati a organizzare delle bellissime feste d’accoglienza per i nuovi abitanti.
Quando il Coso si è trasferito qui ne abbiamo organizzata una anche per lui.
Marghe e Petunia avevano persino composto una ghirlanda di erbette per accoglierlo, Pioppo si era occupato della musica, essendo il dj più in vista tra i giardini, Betulla si era proposta di ballare sul cubo, questo, però, più che un regalo al Coso, l’ha fatto a sé stessa, vanitosa com’è…
Flaffy aveva preparato i suoi biscottini allo zenzero e si era proposto come curatore d'immagine per Betulla, io avevo pensato alle decorazioni e all’organizzazione dell’evento.
La festa era pronta per essere allestita, avevamo pensato davvero a tutto, meno a una cosa: invitare il Coso!
Poco male, il party si sarebbe svolto tre giorni dopo e avremmo anche potuto posticiparlo, se il Coso avesse avuto problemi.
Del resto, non era mai successo che qualche nuovo inquilino del giardino avesse rifiutato la festa di benvenuto in suo onore.
Essendo la pr del giardino, sono andata a invitarlo io.
Non l’avessi mai fatto.
Ricordo che era un giovedì di primavera, in giardino eravamo al meglio di noi, indossavamo gli abiti più vivaci e io avevo un bellissimo colorito.
Tutto era pervaso da un tepore discreto e avvolgente e il sorriso era conseguenza naturale di questa condizione gioiosa.
Nulla poteva turbare quell’atmosfera così amichevole.
Non conoscevamo ancora il Coso.
Mentre Flaffy era occupato ad approfittare della sua mansione di curatore d’immagine per Betulla, Pioppo fingeva d’esser geloso di lei, ma faceva gli occhi dolci a Marghe, Petunia mi è corsa incontro con la ghirlanda per il Coso e mi ha chiesto: «Mely, credi che abbia scelto bene le erbette? Non ti sembra troppo verde questa ghirlanda?».
«Non vedo come potrebbe esser d’altri colori, l’erbetta è verde!»
«Hai ragione Mely, è che sono emozionata.»
«Petunia, ma se non sappiamo neppure come sia questo nuovo inquilino, aspetta almeno prima d’avergli dato un’occhiata per tremare d’emozione. No?»
«Attenderò, ma qualcosa mi dice che sarà un tipo originale.»
«Cosa te lo fa pensare?»
«Certe cose si sentono e sai che io sono sensibile ai segnali del destino.»
«Già, ti conosco. Proprio per questo, io aspetterei prima di entusiasmarmi troppo.»
«Non puoi riferirti sempre a quella volta. Lì non mi ero concentrata bene, ecco.»
«Diciamo pure che la concentrazione era andata a farsi un giro nel guardaroba di Flaffy, per quanto era confusa.»
«Non è colpa mia se non esistono più i Pini di una volta!»
«Nel caso di quel Pino, si percepiva a priori che si trattasse di più di una pigna.»
«Mely, non era proprio tonto, dai!»
«No, sembrava solo che lo avessero usato come pendolo, all’interno di una campana, per quanto era rintronato. Ce n'eravamo accorti tutti, tranne tu.»
«Perché voi non avete un animo fiducioso come il mio, solo per questo. Siete snob!»
«Oppure più svegli di te, sicuramente più di quel Pino.»
«Lui voleva solo essere utile e far colpo su di me.»
«Per poco il colpo lo faceva venire a noi e c'è mancato tanto così, perché trasformasse il nostro giardino, nella “Fiera del porcellino sbarazzino”. Dimmi tu, come si può pensare di fare un restyling alle nostre aiuole, impregnando i suoi aghi di vernice ROSA e scuotendosi all’impazzata, sperando che tutto venga dipinto in maniera uniforme!»
«Almeno, lui ci ha provato!»
«Con il risultato che persino Flaffy che, come sappiamo tutti, è elastico sull’uso dei colori, voleva eliminarlo, quando si è trovato completamente tinto di rosa.»
«Aveva appena iniziato a scuotersi.»
«E meno male! Altrimenti, avremmo avuto il giardino più ridicolo del mondo.»
«Non sei affatto romantica!»
«Perché mai?»
«Rosa è il colore dell’amore.»
«Anche quello dei porcellini.»
«È inutile parlare con te, tu certe cose non le comprendi. Era chiaro come Pino volesse dichiararsi a me con quell’idea del restyling rosa. Voi gli avete smorzato l’entusiasmo, fino a farlo rinunciare. Il risultato è stato che la rinuncia si sia estesa anche alle intenzioni di conquista verso di me.»
«Pino è scappato con Orchidea Selvaggia, lo sai? Ti invito a riflettere, uno che scappa con una così, può mai avere intenti romantici?»
«Solo perché ha capito che il suo romanticismo non sarebbe mai stato compreso. Avete contribuito all’estinzione dei romantici, dirottando Pino, ormai deluso, verso Orchidea Selvaggia: un nome, un programma! Ma non parliamone più, ormai ho superato. Il mio cuore, adesso, è libero. Sento che il Coso, saprà affascinarmi e sarà un tipo irresistibile.»
«Io, invece, sento che dovresti fare una visita dall’otorino. Se dovessi sentire allo stesso modo che per Pino, staresti fresca.»
«Non ne ho bisogno, la temperatura che c’è mi piace. Non voglio sia più fresca.»
«Era un modo di dire … Riguardo il Coso, staremo a vedere. Innanzitutto, dovremmo sapere, almeno, cosa sia. Da quando è arrivato nessuno l’ha visto. Si è rintanato dietro il cespuglio di more e non è mai uscito o l’ha fatto di nascosto. Sto andando a invitarlo, ti racconterò che impressione mi ha fatto.»
"Impressione", credo sia la parola giusta da associare al mio primo incontro con il Coso.
[continua...]
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