11 gennaio 2010

voli ad occhi aperti


Volo via. Metto la coda d’aquilone più bella che ho, quella di fili d’erba vestiti di rugiada intrecciati a code di comete. No, non sono una cometa: lei cade, io volo. Volo via. Vado a vedere cosa c’è oltre il mare che ingoia il sole quando sembra un uovo sodo, quando vedi che scompare e ti chiedi se ai pesci piacciano le uova. Volo via ché tanto lo so fare, chiudo gli occhi e lo so fare, apro gli occhi e lo so fare ancor di più. Volo via. Ho deciso. Volo oltre l’istante in cui le spalle si voltano o lo sguardo non riesce più a saltare l’orizzonte. Non son brava a saltare e la ruota proprio non la so fare: io so volare, soltanto volare.

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