25 novembre 2018

E guardo le nuvole


Adesso, con il naso all'insù



Una delle cose più belle che io abbia vissuto è il silenzio: io in un posto dimenticato dal mondo, il buio della sera e le luci di un piccolo paese in lontananza. Mi ricordo di aver pensato: “Se esiste un posto magico in cui tutto può accadere, in cui i pensieri più profondi possono essere ascoltati, è qui”. È buffo, quella sera è accaduta senza che l’aspettassi, ero in compagnia dell’unica persona volessi accanto in quel momento e che, chissà perché, chissà per come, non trovavo più. Quella persona ero io. Aspetti e cerchi, anche con una certa ostinazione, chi sarà capace di accogliere il tuo mondo; chi, credi, possa finalmente comprenderti, senza pensare che tutti possono essere ospiti più o meno a loro agio tra le tue cose, ma che l’unica persona che dovrebbe esserci sei tu che stai pensando a chissà chi, a chissà cosa. Anche adesso mi trovo ad ascoltare il silenzio, in questa sera che sembra voler nascondere un segreto nella corsa delle nuvole che velano la luna, per svelarla un attimo dopo; come se volessero coglierla in flagrante, ricordarle che i nascondigli sono solo un’illusione e che, prima o poi, tutto si chiarisce. Tutto torna, in un modo o nell'altro: i silenzi, le sere di luna piena, le emozioni inaspettate. E torni tu, mentre ti accorgi che ti stavi aspettando.




Ascolto il silenzio.
E guardo le nuvole
che svelano la luna,
che svelano me.

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