Immagine di Valentina Luberto |
Sono giorni che ascolto sempre la stessa canzone che non ti rivelerò. Se mi conosci un po' sai che, in questo momento, sto scrivendo con una canzone in sottofondo che non è quella che non faccio che ascoltare, riascoltare e ancora, ancora, ancora, ascoltare. Se mi conosci un altro po', quell' "ancora, ancora, ancora" dovrebbe ricordarti qualcosa, ma devi conoscermi proprio bene per sapere quella cosa lì. Ci sei anche tu che non mi conosci e con te mi scuso: le ripetizioni non piacciono neppure a me, quasi mai. Quasi. Qualche volta un mai diventa un per sempre, il più delle volte un per sempre diventa un mai più. Ma mai e poi mai non diventa nulla. Tutto scorre e si trasforma, diceva Eraclito che, una volta, ho raccontato in apnea. Lo sai anche tu che tutto scorre, quasi certamente non l'ha detto lui però, chissà come e chissà perché, tutti si ricordano di Eraclito come "quello del tutto scorre". Quello, a chi? Un po' di rispetto!Mah! Mi piace dire Mah!, per la verità, mi dispiace dirlo così spesso, però, devo ammettere, che qualche volta mi viene da ridere mentre lo dico.
Rewind
Ho dovuto far ripartire la canzone che non ti rivelerò mai. Una volta avrei detto: "Ho riavvolto il nastro". E mi sarebbe piaciuto di più perché per riavvolgere il nastro bisogna ripercorrere un percorso che si è già seguito e, magari, mentre torni sui tuoi passi qualcosa che ti sei perso lo riprendi, se non hai capito un passaggio lo ritrovi e puoi tentare di decifrare, se hai dimenticato la strada puoi fissarla meglio. Come oggi. Oggi ho ripercorso tante di quelle strade, tanti di quei ricordi, tante di quelle sensazioni che prendono il cuore e lo fanno ballare come un danzatore sul palco il giorno della sua prima esibizione. Tutto questo per dire che non lo so cosa mi stia accadendo, non lo so dire, non riesco a raccontarlo inventando una storia lontana da me che racconta di me senza darlo troppo a vedere. So solo che questa canzone sciocchina va, le dita sulla tastiera vogliono scrivere, il senso di tutto ciò che leggerai, forse, non c'è o è troppo timido per presentarsi a te sfrontatamente e dire: "Ehi, eccomi qui!". Mi mancava scrivere senza scrivere a qualcuno che non mi risponderà mai e che non è neppure così certo esista, giocare con le parole a farle scorrere su una musica scontata per coprire parole banali che segretamente vorrei sentirmi dire e di cui faccio finta di fare sentitamente a meno. Oggi è una giornata speciale, per tanti motivi e nessuno, per quello che ho fatto, ma soprattutto per quello che non ho fatto. Oggi non ho visto il mare, ma l'ho sentito.
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