Immagine di Nick Fante
Le vite sono strade, e
incontri, e pezzi di te che ti ricordano che quello che sei non è proprio tutto
quello che sai. Così in un giorno di pioggia ho trovato te. No, no, niente
gattini bagnati o cose così. C’eri tu, nel bel mezzo di un temporale di
novembre e c’ero io che ero appena uscita da una di quelle tempeste che quando
arrivano chiudi gli occhi e speri che passino il prima possibile. La mia stava passando
proprio in quel momento, tra la pioggia che m’inzuppava e te che c’eri, anche
se non eri un gattino bagnato. Te lo ricordi come pioveva? A pensarci bene,
tutte le volte che succede una magia c’è la pioggia… va be’, non proprio tutte
le volte perché qualche magia accade anche d’estate e non è che d’estate piova
sempre. Una volta, perché adesso l’estate potrebbe anche assomigliare a un
rubinetto che sgocciola, infischiandosene di te che hai sonno e vuoi dormire. Be’,
speriamo di no, speriamo che l'estate sgocciolona sia un caso. Non a caso, quel giorno pioveva e a
me piace così. Quindi, quindi, che dicevo? Che le vite sono strade e che la mia
è scivolata sulla tua mentre pioveva. Una vera e propria sgommata, una di
quelle che se prendi qualcuno che passa di lì, altro che pioggia, gli tiri
addosso un gavettone che nemmeno la notte di San Lorenzo al mare ne fanno di
così grossi. Da quant’è che non vedi una stella cadente? Da quant’è che non la
cerchi? Da quant’è che non l’aspetti? Aspetta, non dirlo: faccio troppe domande!
Lo so. Lo sai che una volta qualcuno mi ha anche detto che do troppe risposte?
Non lo sai. Lo so, ma è solo perché… No, non lo so, ma mica posso sapere tutti
i perché! Le vite sono incontri. O
scontri o veri e propri schianti con tanto di corsa al pronto soccorso con
tutti i se ce la faccio stavolta, non lo
faccio più, se riesco a spuntarla, la
prossima volta sto attento. La prossima volta, e questa? Questa volta è
andata così: io e te ci siamo incontrati in un giorno di pioggia, ci siamo
inzuppati, ma questa cosa non sembrava darci troppa noia, ci siamo scambiati
qualche pezzo, poi ce li siamo anche voluti restituire, ma non è che certi
pezzi si possano rendere, ti restano incollati addosso e non se ne vanno più e
quando li ritrovi pensi: ehi, io questo
prima non ce l’avevo! Così, lo guardi, ti guardi e ti trovi uguale e
diverso, vicino e distante: tu, con qualche pezzo in più e qualcuno in meno. e pezzi di te che ti ricordano che quello
che sei non è proprio tutto quello che sai. La sai una cosa? Anche se
adesso non ci sei, anche se vorrei che ci fossi e non ci fossi insieme (cose
complicate, da me) penso proprio che tutti quei pezzi di te che mi hai
incollato addosso io non te li restituirò mai. Sono miei, sono me. E tu? Tu sei
un po’ di me senza me. Insomma, a guardarci bene sembriamo Pongo e Peggy. Te l’avevo
detto che non eri un gattino bagnato. Bau!
E se in una sera di novembre,
mentre la pioggia t’inzupperà
e tu la lascerai fare,
ti ricorderai di me
allora cercami
in un pezzo di me che ho lasciato a
te.
E trovami,
tutte le volte che penserai
tutte le volte che penserai
che la pioggia non ti basterà più.
[La U2 version di "With or without you" resta la mia preferita, ma questa era più da pensieri della domenica da cancellare con il bianchetto]
Hai ragione: non è mai come sembra. Cip cip!
RispondiEliminaIl mio prof di Logica diceva: "Quando tutto è chiaro, in quel momento, devi iniziare a preoccuparti" ;)
RispondiEliminaWow,sei davvero brava a scrivere,complimenti al blog e alla blogger! Ti aspetto nel mio blog,a presto!
RispondiEliminaCiao :)
RispondiEliminagrazie!
e l'altro che fa,aspetta che arrivi il sole?
RispondiEliminaCiao Anna,
RispondiEliminabenvenuta :)
L'altro che fa?
L'altro non aspetta, ma si gode il sole ;)
l'importante è che non aspetti ;)
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