Immagine di Monica Coppini
Io sono spaventata, tanto. Io sono. Io ancora non
sono, è questo il problema, forse. Sono: tanti pensieri, passioni, parole,
piccoli pezzi di vita che sono come pezzi di vetro infranto che si avvicinano
per cercare di rubare, a un riflesso di quella superficie frastagliata,
qualcosa di vero. Una superficie frastagliata, questo sono. Poi c’è lei, poi.
Lei che mi guarda come se conoscesse tutto di me, se sapesse come andrà a
finire. E io? Io, chi sono? Lo sa chi sono? Io. Lei, da quei suoi cinquant’anni
vissuti tra un segno e l’altro che viaggiano sul suo viso. Una ragnatela di
vita in cui io mi sento impigliata. Io, inadeguata per tutto, lei che saprebbe
dove posizionare quei pezzi di vetro nel modo giusto perché, dal riflesso
ottenuto, possa venir fuori la giusta immagine di me. Io, forse. Io sono, sono
qui e cerco di prendere tutto quello che posso anche solo da un piccolo
riflesso di un altrettanto piccolo e solo pezzo di vetro. Solo, come me. Anche
se c’è lei che sa tutto, che sa trovare la risposta giusta per me pescandola,
ad occhi chiusi, da ogni singola traccia di vita disegnata su quel viso che, la
vita, l’ha vista in faccia per un bel po’ e ne ha fatto un boccone solo,
mandando giù anche quello che proprio non le andava. Lei, è. È tutto quello che
stringe di lei e tutto quello che sa di me. Io sono, un pezzo di lei, un pezzo
di vetro che sa da dov’è stato staccato, ma ancora non si riconosce. Io sono,
spaventata, tanto. Perché non lo so, perché tutti questi pezzi che si cercano
senza riuscire a trovarsi, continuano ad andare. Non sanno dove, ma vanno.
Tornano indietro, al punto di partenza. Qualche volta fanno finta di non vedere
le indicazioni. Hanno paura di trovare la strada. Quella che per lei ha una
mappa ben precisa: la ragnatela di vita disegnata sul suo viso, i suoi percorsi
testati e le sue scorciatoie. Quella che è la “sua” vita. Non la mia, ma a lei,
tutto questo, non interessa. Lei sa chi sono e quale strada debba percorrere.
Sa da dove vengo: sono impigliata in uno dei fili della sua ragnatela, sono
solo un piccolo pezzo di vetro staccato da lei che pensa di possedere il più
vero dei riflessi di me. Rifletto, oggi non so chi sono.
Non so chi sei, ma sembri me ;)
RispondiEliminafacciamo amicizia! :D
RispondiEliminaBenvenuta tra le mie sghemberie.
Ho una curiosità, come sei arrivata qui?
io non credo che tu sia tu.
RispondiEliminaAl credo tu abbia proprio ragione ;)
RispondiEliminaÈ un appunto di scrittura ;)
insomma per quanti devo apparecchiare? :P
Eliminaper tutti più un posto in più ;)
Eliminaovvio, n + 1 (certe volte mi perdo in un bicchiere d'acqua...)
Eliminaio mi perdo sempre in un bicchiere di vino, ma mi ritrovo nel riflesso delle bollicine ... hic! :D
Eliminanon potrei mai. preferisco il vino fermo. e poi sono troppo cieco per vedermi dentro le bollicine...
Eliminaio le bollicine, sempre ;)
RispondiEliminatu mi incanti sempre...
RispondiEliminaciao naimablu
Tu mi sorprendi sempre: dove vai quando non ci sei? :)
EliminaBuona giornata, S.ilvya ;)