Il tempo ingoia una canzone che non riesco nemmeno più a cantare. Le note corrono, nonostante la canzone se la prenda comoda. Fuggono e si nascondono dove possono: tra lo spazio soffiato da un batter di ciglia, sui polpastrelli che aderiscono al palmo della mano per non perdersi, nelle spalle così strette da farsi male. La canzone canta, incanta e scandisce un tempo passato che nel presente vomita tutto quello che non riesce a contenere. Butta fuori tutto, lascia dentro niente. E in quel niente, per un istante, soltanto uno, scorre quel tutto. Forse, già via.
Per quanto l'istante scorra, lascia sempre un segno.
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